Giudice ed arbitro di fronte al contratto alieno

Il secondo triennio di formazione professionale continua degli avvocati è ormai prossimo alla sua conclusione e si moltiplicano gli eventi formativi per consentire ai colleghi che, nei primi due anni, hanno fatto le «cicale» di recuperare i crediti mancanti. Ovviamente la qualità dei seminari, anche di quelli organizzati da istituzioni autorevoli come la nostra Fondazione Forense Bolognese, non è sempre la stessa: vi sono infatti «eventi formativi» che per il tema trattato e la bravura dei relatori si distinguono dagli altri e si caratterizzano come momenti aulici di riflessione giuridica.

E’ il caso del seminario intitolato «Giudice ed arbitro di fronte al contratto alieno» a cui ho partecipato ieri, davvero interessante e di elevato profilo proprio per merito del tema scelto e dei relatori.

Il titolo dell’incontro si ispira evidentemente al noto saggio di Giorgio De Nova dal titolo «Il contratto alieno» che affronta vari aspetti del difficile rapporto fra autonomia privata e modelli contrattuali transnazionali. Accanto al noto fenomeno dei contratti atipici, De Nova identifica un’altra categoria di contratti che, pur avendo -talora- un riferimento nel sistema giuridico italiano, rimangono «alieni» in quanto pensati e costruiti in funzione di un diritto straniero (principalmente statunitense) ed ignorano il diritto italiano anche quando esso prevede norme potenzialmente applicabili.

Come ci si deve comportare di fronte ad accordi contrattuali che, in nome dell’autonomia privata, tentano di impedire al giudice qualsivoglia attività interpretativa o, comunque, cercano di circoscrivere tale attività entro paletti ben delimitati da lunghi preamboli definitori? Come debbono essere valutate quelle clausole che introducono istituti sconosciuti o, addirittura, deprecati dal nostro ordinamento come il contratto autonomo di garanzia?

Sono alcune delle questioni su cui si sono confrontati i relatori, moderati dalla Prof. Avv. Paola Manes, Associato di diritto privato nell’Università di Bologna, che non si è limitata a fare da «passa-microfono» ma ha introdotto e coordinato brillantemente gli interventi. A cominciare da quello del Prof. Marco De Benito, dell’Università di Segovia, su «I contratti alieni nell’arbitrato ICC».

Interessante l’ampia riflessione del Dott. Arturo Picciotto, giudice del Tribunale di Trieste, su «Il giudice di fronte al contratto alieno», incentrata sui principali problemi di ermeneutica posti dai contratti alieni.

Angelo Riccio, avvocato e ricercatore di diritto privato nell’Università di Bologna, ha svolto una brillante e corposa relazione su «Il contratto alieno: l’onnipotenza dei contraenti?» ricca di riferimenti giurisprudenziali e di rimandi alle origini del vicente codice civile. Il suo stile oratorio appassionato e sempre chiaro gli fa perdonare il lieve «sforamento» rispetto alla scaletta iniziale del seminario.

Infine, da Via del Cane alla Cina, Angela Carpi, avvocato e ricercatore di diritto privato comparato nell’Università di Bologna, ha ripercorso l’evoluzione del sistema giuridico cinese, con particolare attenzione agli strumenti di soluzione delle controversie, in particolare l’arbitrato.

 

Giudice ed arbitro di fronte al contratto alieno

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