Andrea Orlando, nato a La Spezia nel 1969, dal 22 febbraio 2014 è il nuovo Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana. Il suo profilo personale sarà consultabile a breve sul sito ufficiale del ministero: per ora ci si deve accontentare di Wikipedia.
Un dato che stupisce nella scelta del nuovo ministro che, come si legge sul sito del ministero “è il solo ministro ad avere rilievo costituzionale: l’articolo 110 della Costituzione gli assegna il compito di curare l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia” è che il neo-ministro non sarebbe laureato. Né in giurisprudenza né in alcuna altra materia.
Si tratta forse di un unicum? Sembrerebbe proprio di sì.
Dal 1945 ad oggi se tralasciamo le titolarità ad interim il dicastero che un tempo si chiamava «di Grazia e Giustizia» è stato guidato da 34 ministri diversi: Andrea Orlando è il 33° successore di Palmiro Togliatti.
Trentaquattro ministri in meno di 70 anni. Alcuni di loro sono stati brillanti, altri un po’ meno, ma tutti fino al 21 febbraio 2014 avevano una cosa in comune: la laurea, con una predominanza di giuristi.
Ben 27 infatti sono stati i ministri laureati in giurisprudenza, a cominciare dallo stesso Togliatti. Alcuni di questi sono stati giuristi di altissimo profilo, come Giuliano Vassalli e Vincenzo Caianiello.
Due i laureati in scienze politiche: Piero Fassino (ministro nel 2000) ed Anna Maria Cancellieri, il ministro uscente.
Clemente Mastella (ministro nel 2006), Claudio Martelli (ministro nel 1991) e Guido Gonella (ministro nel 1972) si erano laureato in filosofia.
Unico ministro che abbia avuto alle spalle studi universitari non umanistici è stato Roberto Castelli, laureato in ingegneria meccanica.
L’età media dei ministri al momento della (prima) nomina è di 58 anni. Il più giovane ministro della giustizia è stato Angelino Alfano, nominato all’età di 38 anni; il più anziano Luigi Scotti, classe 1932, nominato nel 2008.
