Usare il Mac come server

Ci sono tanti buoni motivi per usare un Mac come server per il proprio ufficio e fra questi ne cito tre, che sono stati quelli che mi hanno spinto a far migrare lo studio verso la Mela: 1) stabilità del sistema (anche per quanto riguarda la resistenza ai virus); 2) TimeMachine, il sistema di backup a mio avviso più potente che il mercato offre; 3) facilità di startup.

Inoltre anche un semplice Mac Mini può fare al caso nostro, con il vantaggio di occupare poco spazio e la possibilità di ospitarlo nel quadro rack (sempre che l’ambiente sia sufficientemente ventilato e raffreddato); e non serve neppure la versione server di OS X con conseguente riduzione dei costi (in realtà oggi Lion Server è molto economico ma lascia molto a desiderare quanto ad usabilità).

Le mie (nostre) esigenze in questo momento erano tutto sommato limitate: gestire in locale il sito web dello studio (ancora in fase embrionale); avere una o più cartelle condivise per le pratiche comuni; avere delle cartelle personali da includere nel backup; un sistema di messaggeria interna (chat)… nulla di molto difficile.

1. Sito Internet

Come noto OS X include già una versione di base di Apache, il più diffuso web server multipiattaforma. Per attivarlo è sufficiente abilitare la Condivisione web da Preferenze di Sistema > Condivisione:

Però sul mercato c’è di meglio: MAMP nelle due versioni base (gratuita) e professionale, un’applicazione stand-alone che integra server apache con supporto PHP e MySQL pensata apposta per il mondo MAC.

Con MAMP mettere su un sito (anche qualcosa di “complesso” come WordPress) è davvero questione di minuti… intuisco che la versione Pro offre degli atout non da poco ma non ho ancora avuto il tempo di testarla a fondo. Ovviamente perché il nostro sito sia accessibile da Internet e non solo dalla rete locale è necessario disporre di un indirizzo IP statico (quello del router con inoltro -port forwarding- al server oppure quello del server tramite dyndns o simili). Sul punto ci sono delle valide guide online reperibili facilmente tramite Google.

2. Cartelle condivise

Anche qui il gioco con Snow Leopard è molto semplice. Innanzitutto creaiamo le cartelle da condividere e con cmd-i modifichiamo le proprietà per abilitare la condivisione e specificare quali utenti avranno accesso alla cartella e con quali privilegi:

Per specificare gli utenti è necessario creare degli utenti (c.d. utenti “solo condivisione”): se dobbiamo condividere la cartella con utenti Windows è opportuno specificare lo stesso username e la stessa password utilizzati sotto Windows.

A questo punto, per condividere con utenti Windows, dobbiamo andare su Preferenze di Sitema > Condivisione documenti, verificare che la relativa casella sulla sinistra sia spuntata ed aprire il menù Opzioni.

Nelle Opzioni dovremo attivare la condivisione Samba e abilitare gli utenti che condividono la cartella.

A questo punto la condivisione è operativa con i limiti ed i privilegi che abbiamo impostato. C’è solo un problema: i file e le cartelle che noi e gli utenti inseriremo dentro la “cartella madre” non ne erediteranno i privilegi. Per ovviare a questo problema c’è una ottima utility: SandBox che ci permetterà di impostare con maggiore precisione il controllo degli accessi alle cartelle.

3. Messaggeria interna

Se i nostri colleghi sono tutti con Mac il problema non si pone, perché è possibile utilizzare iChat con il protocollo bonjour. Se invece, come nel mio caso, conviviamo con utenti Windows la soluzione più rapida consiste nell’installare su ogni PC Windows il pacchetto Bonjour e poi un client di messaggistica. Io consiglio Pidgin, piccolo, gratuito e in grado di supportare molteplici protocolli di messaggistica, compreso XMPP cioè il protocollo usato dalla versione server di iChat o dalla sua alternativa gratuita e open source OpenFire.

All’inizio avevo installato il serverino di IM OpenFire e funzionava molto bene, anche se è un po’ brigoso da configurare. Il vantaggio di questa soluzione rispetto a quella basata su Bonjour è che si può accedere alla chat anche da fuori studio (ad esempio tramite iPhone): bella idea, ma io nel concreto non me ne facevo nulla e quindi ho ripiegato sull’alternativa che ho descritto sopra.

 

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3 thoughts on “Usare il Mac come server

  • Pingback: Il MAC fra le nuvole | Studio Legale Fontaine

  • 4 October 2016 at 12:52
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    Ciao, Ho letto il punto 1. Sito Internet. Mi può spiegare meglio come farlo raggiungibile da internet? Ho un ip statico ma non so andare oltre. Grazie

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    • 4 October 2016 at 21:11
      Permalink

      Ciao, dipende dal modem-router che usi. Fra le opzioni devi cercare l’opzione port forwarding o qualcosa di simile e impostarlo in modo da dirottare il traffico in entrata (reindirizzato da chi ti fornisce il domain name) verso la macchina fisica su cui gira il server.
      Per farlo bisogna conoscere l’IP (che deve essere statico) della macchina su cui gira il server; le porte usate dal server web (MAMP di default suggerisce di non usare quelle standard).
      Ti consiglio di guardare il manuale d’uso del tuo modem-router per vedere come fare.
      Che server web hai installato?

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