Nuova batosta in vista: aumenta (ancora) il contributo unificato

Nuova batosta in vista: aumenta (ancora) il contributo unificato per le spese di giustizia. Non pago dell’ennesimo rincaro di questa estate, il cui fine dichiarato era quello di coprire le minore entrate derivanti dai poteri di autentica attribuiti agli avvocati, il Governo con la «Legge di Stabilità 2015» si propone di introdurre a partire dal 1° gennaio un ulteriore rincaro del contributo unificato il cui scopo, questa volta, sarebbe quello di finanziare il credito di imposta previsto in caso di esito positivo di un procedimento di negoziazione assistita da avvocati.

Questo nuovo aumento a me pare inaccettabile, non solo perché non ho nessuna positiva aspettativa dall’entrata in vigore della negoziazione assistita, ma soprattutto perché negli ultimi cinque anni l’ammontare delle spese di giustizia ha subito una impennata impressionante, che si inserisce in una più ampia ottica di disincentivare il più possibile l’accesso da parte dei cittadini al servizio giustizia.

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Ufficialmente questo approccio ha il nome impronunciabile di «degiurisdizionalizzazione» frutto del peggior linguaggio burocratico e ministeriale. In realtà si tratta né più né meno di rendere sostanzialmente inoperante l’articolo 24 della Costituzione.

Ciò è tanto più evidente se si considera l’aumento esponenziale del contributo unificato per i giudizi di impugnazione, che dal 2010 scontano un aumento del 50% rispetto al contributo dovuto per il primo grado, contributo che raddoppia per il ricorso in Cassazione.

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E taciamo degli aumenti ancora più folli per i giudizi avanti i Tribunali Amministrativi per i quali alcuni professionisti siciliani hanno recentemente sollevato una questione di legittimità costituzionale.

 

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